Flavio Felice
“Avvenire”, 3 marzo 2018
Il libro di Lorenzo Scillitani: Diritto, politica e geopolitica. Temi e indirizzi di ricerca filosofica (Rubbettino, 2017), è un esempio di lavoro umanistico di rara profondità e di straordinario interesse. Titolo e sottotitolo esprimono i contorni, necessariamente sfumati, di un’area di studi senza confini.
Scillitani disegna un vasto e complesso affresco sui presupposti e i limiti dell’azione politica in un contesto che solo retoricamente possiamo definire “globale”. Un affresco su un mondo che, dalla caduta del blocco sovietico, ha smesso di essere “bipolare”, che dall’attacco alle Torri Gemelle ha smesso di essere pretenziosamente “unipolare” e che con la presidenza Obama avrebbe perso anche il carattere “multipolare”, ma che si sta rivelando sempre più a-polare, se non “acefalo”.
Il volume si struttura in due parti: “Diritto e politica” e “Diritto e geopolitica”, dove l’elemento di congiunzione è dato dalla nozione di “libertà”. Noi sappiamo che non esiste concetto più difficile da definire della libertà e forse aveva ragione Alexis de Tocqueville quando affermava che “Chi cerca nella libertà altra cosa che la libertà stessa è fatto per servire”. Tuttavia, credo si possa dire che la nozione di libertà, nel libro in questione, assuma i caratteri di una precondizione esistenziale indispensabile per potersi declinare in “libertà politica”.
Se la nozione di libertà politica è il nocciolo teorico del lavoro di Scillitani, tale centro assume i caratteri di un doppio “nucleo atomico” che irradia la sua energia, insistendo su due piani differenti: i caratteri fondamentali e fondativi dell’azione politica di matrice liberal-democratica e le questioni geopolitiche relative alla governance globale nella seconda parte.
Con particolare riferimento al piano fondativo, l’autore afferma il carattere di permanente contestazione dell’assolutezza del potere, insita nel messaggio cristiano. Proprio questo tema ci consente di osservare la nozione di libertà politica al livello che maggiormente esalta la dignità della persona: tale livello è dato dalla coscienza.
Con riferimento alla seconda dimensione sulla quale insiste il “nucleo atomico” della libertà, l’autore spazia dalle problematiche relative al dialogo tra culture, alla consapevolezza che solo una cultura fedele alle proprie origini è in grado non solo di subire un incontro con altre culture, ma di metabolizzarle e di “supportarle” con la generatività della propria unicità e originalità.
La proposta del nostro autore è che ad un’Europa tecnocratica si sostituisca un’Europa degli uomini, i quali ereditano dalle nazioni la nozione di cittadinanza, lo status di sovrani. I diritti umani sono la chiave per approdare ad un paradigma post-sovranista del potere nella nostra complessa società contemporanea; un paradigma che ha visto al centro lo stato e tutti i suoi possibili cloni. I diritti umani sono altresì il grimaldello per scardinare le pretese assolutizzanti dello stato nazione che hanno dominato la modernità fino alla fine del secolo scorso e che oggi riemergono nella dimensione acefala o apolare post-nazionale, ma non per questo priva di centri potere effettivo.
A questo livello della discussione si apre un’ulteriore e definitiva questione, relativa alla qualità delle istituzioni politiche ed economiche, affinché le prime assumano il carattere inclusivo, tipico dei processi democratici elettorali, e le seconde possano essere lo strumento di uno sviluppo altrettanto inclusivo, basato sulla libertà d’ingresso nei mercati e la lotta ai monopoli e a qualsiasi rendita di posizione: istituzioni politiche e istituzioni economiche inclusive innescano un circolo virtuoso che consente di spezzare la “legge ferrea delle oligarchie”.
Era questo, sul fronte istituzionale, il proposito dei padri fondatori del processo d’integrazione europea. L’auspicio è che le analisi e la prospettiva presenti nel lavoro di Scillitani possano rappresentare un contributo alla comune riflessione, affinché l’ideale dei padri non si disperda nelle nebbie della scarsa memoria.