Flavio Felice
“Avvenire”, 14 maggio 2017
Dall’anniversario dei Trattati di Roma alla Brexit: una due giorni fa il punto sul futuro del continente
Abbiamo da poco celebrato l’anniversario dei sessant’anni dalla firma dei Trattati di Roma (25 marzo 1957) e nel contempo assistiamo all’inizio dei negoziati che sanciranno l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Sono solo gli ultimi di una serie di eventi che ci spingono a riflettere sul futuro del nostro continente, sulla sua cultura politica e sulle sfide che lo attendono.
Non bisogna omettere il fatto che in molti hanno salutato con favore l’esito del referendum britannico. Altri – tra i quali il sottoscritto – hanno provato un senso di inquietudine per la rilevanza che la cultura politica liberale di matrice anglosassone ha avuto nella diffusione della democrazia e per la preoccupazione che desta buona parte della cultura politica continentale, troppo spesso nella storia attardata a compiacere totalitarismi e populismi.
In questa cornice problematica, si svolgerà il 16 e 17 maggio presso la Pontificia Università Lateranense il VI Colloquio di Dottrina Sociale della Chiesa organizzato dall’Area Internazionale di Ricerca “Caritas in Veritate” della medesima Università, in collaborazione con la Cattedra “Giovanni Paolo II. Filosofia e Storia delle Istituzioni Europee”. Nell’anno dell’anniversario dei Trattati di Roma si è deciso di prestare particolare attenzione alla prospettiva europea e, pertanto, si è scelto il tema: “Radici cristiane e cittadinanza europea: a sessant’anni dai Trattati di Roma”.
In una due giorni che si prefigge di delineare lo stato dell’arte e le prospettive del Magistero sociale della Chiesa, nonché di discutere sul futuro dell’Europa, si confronteranno accademici e politici provenienti da diversi atenei e paesi, rappresentanti delle istituzioni e della società civile.
Tra i principali temi trattati figurano, in un’ottica interdisciplinare, la prospettiva antropologica presente nei Trattati; un’economia inclusiva e che tenda al bene comune, con particolare riferimento all’Economia Sociale di Mercato; il futuro di un’Europa che necessita, mai come oggi, di riscoprire i propri valori comuni per auspicare un reale cambiamento di passo e fronteggiare l’ondata populista e nazionalista. Infine, un’attenzione al tema centrale del lavoro, cui è dedicata la sessione conclusiva, in collaborazione con il Comitato Organizzatore e Scientifico della 48° Settimana Sociale dei Cattolici Italiani.
Ecco, dunque, che assumono particolare importanza le parole di Giovanni Paolo II, pronunciate nello storico pellegrinaggio a Santiago di Compostela nel 1982: “Ti rivolgo, o vecchia Europa, un grido pieno d’amore: torna a te medesima, sii te stessa!”; “manifesto europeista” peraltro ripreso da Papa Benedetto XVI nell’Angelus del 24 luglio 2005 e fatto proprio anche da Papa Francesco nel discorso pronunciato lo scorso 6 maggio 2016, in occasione della consegna del premio Carlo Magno. In questo discorso, Papa Francesco, rinviando al modello dell’Economia Sociale di Mercato, ha voluto richiamare quell’umanesimo che nasce dalla capacità “di integrare”, “di dialogare”, “di generare” che sono iscritte nel codice genetico dei popoli europei.
Forse dovremmo ripartire proprio da qui per dar vita ad una vasta lega della libertà a livello europeo, non volendoci arrendere al populismo autarchico, al totalitarismo aggressivo e al protezionismo liberticida. Per non correre il rischio di sacrificare il dinamismo economico al ristagno statalista ovvero all’anarchismo degli interessi individuali e finire per sacrificare le libere scelte individuali sull’altare della “presunzione fatale” di qualche Grande Pianificatore.