La via istituzionale come governo della pace

Affinché si possa immaginare un governo della pace che non si riduca alla gestione ordinaria delle fasi di non belligeranza: il governo dei conflitti, cercando di assecondare ora la pretesa egemonica dell’uno ora quella dell’altro, bisognerebbe evitare, come scriveva Luigi Sturzo già nel 1928, «di fissare lo Stato moderno come colonne d’Ercole dell’organizzazione politica»

Rosmini, le due spade e l’autorità dello Stato

“Tra Cesare e Dio: la cultura del Risorgimento a 150 anni da Porta Pia”. È questo il titolo del XXI Simposio Rosminiano che si è svolto a Stresa dal 24 al 27 agosto, curato e diretto da padre Umberto Muratore. A partire dalle parole di Antonio Rosmini, circa l’autonomia del civile rispetto al governo della Chiesa, e alla relatività e parzialità della politica rispetto al dato esistenziale, il Simposio ha consentito di riflettere sulle ragioni epistemologiche dell’autonomia delle singole forme sociali, sui fondamenti teologici del dialogo fra dimensione politica e religiosa, oltre che sul modo in cui Rosmini immaginava la possibile armonia tra stato e chiesa

Kabul e la contaminazione democratica

Se “Parigi val bene una messa”, Kabul avrebbe meritato almeno una novena, tanto è essenziale il destino della capitale afghana rispetto alle sorti dell’intero pianeta. Invece si è scelto a lungo di far finta di nulla, di considerare conclusa una battaglia che non ha mai fine, di guardare il mondo con gli occhi incantati e supponenti di chi considera la cultura democratica un lusso per pochi

La lezione di Sturzo, non solo i cattolici

Flavio Felice “Il Sole 24 Ore”, 17 gennaio 2019 È stato lo storico Federico Chabod ad affermare che la fondazione del Partito Popolare ad opera di Luigi Sturzo il 18 gennaio del 1919 «costituisce un fatto di estrema importanza, l’avvenimento più notevole della storia italiana del XX secolo» ed è stato Giovanni Spadolini a cogliere…