Un patto fiscale contro lo “Stato estrattivo”

Il contributo di Fabio G. Angelini e Flavio Felice mette a tema la stipula di un nuovo “patto fiscale” tra cittadino e autorità politica. Partendo dal presupposto che il compito del mercato è di rendere possibile la crescita economica, ancorati alla tradizione del movimento costituzionalista e liberale di fine Settecento e dell’economia sociale di mercato, gli autori concepiscono il fisco in modo funzionale, come il sistema dei prezzi dei servizi che il pubblico offre agli individui, alle famiglie e alle imprese. A questa prospettiva si oppone l’impostazione secondo la quale le imposte andrebbero pagate al “Sovrano” in ragione della condizione dei sudditi. Pensare che, per far fronte alle inevitabili esigenze finanziarie dei prossimi mesi, si possa anche solo ipotizzare una nuova imposta patrimoniale significa semplicemente guardare al cittadino come suddito; di qui l’ipotesi di un nuovo patto fiscale. Esso richiede innanzitutto istituzioni inclusive e una società attiva. Angelini e Felice mostrano una serie di esempi a dimostrazione del fatto che, in una logica di promozione dell’interesse generale, quella della patrimoniale non è una strada obbligata. La loro proposta disegna un quadro di incentivi di natura giuridica e di stimoli fiscali capaci di convogliare il risparmio privato su iniziative ad alto valore aggiunto. Tale strada risulta efficiente e eticamente preferibile rispetto al binomio nuove imposte–intervento pubblico, poiché si regge su scambi volontari capaci di creare vantaggi per tutti gli attori coinvolti e di esaltare il ruolo sovrano del cittadino.

La missione di Draghi tra debito buono e debito cattivo

Per cogliere le opportunità del Next Generation EU serviranno altresì riforme strutturali in grado di garantire l’allineamento tra il nostro ordine giuridico-politico e quello giuridico-economico europeo, perché, come ha affermato lo stesso Draghi, non c’è Europa senza Italia, e fuori dall’Europa c’è poca Italia. È questa la direzione della sostenibilità del debito pubblico nella prospettiva dell’economia sociale di mercato, invocata dallo stesso Draghi e da sempre al cuore della Dottrina sociale della Chiesa. Sostenibilità del debito ed economia sociale di mercato da intendersi come elementi centrali della nostra struttura costituzionale, sulla scia di due padri della Repubblica: Luigi Sturzo e Luigi Einaudi. È solo su questo terreno che potrà avviarsi quel necessario processo di riallineamento competitivo in grado di creare le condizioni per uno sviluppo che sia umano ovvero integrale e, per tale ragione, pienamente economico.

Economia fraterna: il dono del mercato

Con la dodicesima tavola, dedicata al tema della gratuità e intitolate “Gratuità, prezzo in-finito”, il Sergio Lanza Research Group, un dipartimento del Tocqueville-Acton Centro Studi e Ricerche, ha completato la pubblicazione del catalogo e delle tavole relativi alla mostra “Economia Fraterna”, attualmente esposta presso il Sacro Convento di Assisi. Venticinque giorni incentrati sulla promozione del pensiero economico francescano che riteniamo abbia contribuito in maniera sensibile a dare forma al corpus dottrinale che oggi è conosciuto con l’espressione Dottrina sociale della Chiesa

L’economia sociale di mercato come progetto di pace internazionale

L’economia sociale di mercato combina libertà imprenditoriale, condizioni quadro stabili, coesione sociale e sostenibilità ecologica. Assicurando prosperità, innovazione e progresso, crea la base economica che consente alle persone di realizzare il loro potenziale attraverso una buona istruzione e il sostegno in situazioni di maggiore vulnerabilità come la malattia, la disabilità e la disoccupazione. I suoi pilastri includono una comprensione liberale dello stato, una politica sociale orientata alle opportunità, il partenariato sociale tra sindacati e datori di lavoro e la democrazia come stile di vita

UN CONFRONTO FRA PARADIGMI

Fr. Felice Autieri L’obiettivo di questi interventi che vogliono approfondire i temi presenti nella mostra, non avevano la presunzione di essere esaustivi su una dimensione che richiede l’impegno degli stati, delle organizzazioni internazionali e di ciascuno di noi. Un dato di fatto che emerge nella storia dei rapporti tra economia, uomo e società negli ultimi…

FRANCESCANI ED ECONOMIA. UN CANTIERE DI SPERANZA

“Mai si deve mettere cosa in dare che quella ancora non si ponga in avere” Fr. Enzo Fortunato Papa Francesco nell’enciclica Laudato sì ha dichiarato Questi sintomi di disuguaglianza rivelano una malattia sociale; è un virus che viene da un’economia malata. Dobbiamo dirlo semplicemente: l’economia è malata. Si è ammalata. È il frutto di una…

I FRANCESCANI SECOLARI NEL SOCIALE

“dal Vangelo alla vita e dalla vita al Vangelo” Fr. Felice Autieri Ac oloro che volevano seguirlo pur rimanendo nel mondo, Francesco «dava una regola di vita e indicava la via della salvezza a ciascuno secondo la propria condizione». È del 1221 la nascita ufficiale dell’Ordine dei Penitenti francescani, più tardi Terzo Ordine francescano ed…

LUCA PACIOLI: LA SCIENZA DEI NUMERI DELL’IMPRESA

“Mai si deve mettere cosa in dare che quella ancora non si ponga in avere” Fr. Felice Autieri Fr. Luca Bartolomeo de Pacioli, o anche Paciolo, nacque a Borgo San Sepolcro oggi Sansepolcro nel 1445, frate minore Conventuale può essere considerato un educatore della scienza economica applicata all’attività mercantile che trattò con accuratezza per ciò…

I MONTI DI PIETÀ E I MONTI FRUMENTARI

Povertà genera ricchezza. Non indigenza, ma prassi comunionale Fr. Felice Autieri Il “Monte di pietà” è un’istituzione finanziaria senza scopo di lucro di origine tardo medievale, sorta in Italia nella seconda metà del XV secolo su iniziativa di alcuni frati francescani dell’Osservanza. Lo scopo era di erogare prestiti di limitata entità detti oggi “microcredito”, a…