Massimiliano Vatiero
Emanuele Martinelli

La tecnologia blockchain nasce nell’obiettivo di fornire alle interazioni umane (transazioni economiche, ma non solo) un’infrastruttura digitale de-centralizzata e senza intermediari (1). In maniera sintetica, un nuovo blocco (comprendente un numero di interazioni e transazioni tra soggetti) è validato mediante un meccanismo P2P sulla piattaforma digitale, e quindi aggiunto alla catena; da qui il nome blockchain – catena di blocchi. In questo testo si vogliono mostrare alcune applicazioni e criticità nell’ambito delle istituzioni democratiche.
Nelle comunità digitali, dette DAO (Decentralized Autonomous Organization), i partecipanti iscrivono le proprie risorse economiche (tipicamente criptovalute e proprietà) sulla piattaforma blockchain di riferimento; tali risorse sono allocate e redistribuite mediante contratti digitali (smart contract) siglati dagli utenti e norme stabilite collettivamente dalla comunità attraverso determinati criteri. Due esempi, tra gli altri, sono particolarmente rilevanti: Flux e Democracy.earth. Flux nasce in Australia come partito, con l’obiettivo di riprogettare dalle fondamenta il processo legislativo. Su tale piattaforma digitale gli utenti-cittadini possono esprimere il loro apprezzamento per i progetti di legge; a cadenze regolari, quelli più votati sono trasmessi al parlamento nazionale. Democracy.earth va ben oltre. Accanto a un meccanismo di votazione delle proposte su una piattaforma simile a Flux, si stabilisce un social smart contract per cui tali proposte divengono norme vincolanti tra i partecipanti della blockchain stessa, bypassando pertanto la votazione e attuazione all’interno di un parlamento.
Una delle più grandi preoccupazioni per gli sviluppatori dei progetti blockchain è il rischio del ritorno della centralizzazione. I dati empirici lasciano spazio a pensieri simili: nell’agosto del 2018, quattro mining pool controllavano il 55% della rete Bitcoin e cinque mining pool controllavano più dell’80% della rete Ethereum. Queste coalizioni avrebbero il potere, anche solo potenziale, di controllare e condizionare le operazioni nella blockchain. Ricorrendo a un’ipotesi sviluppata in altro contesto da Mancur Olson, sotto-gruppi (come le mining pool) possono sfruttare gruppi più estesi (come le reti blockchain nel loro complesso).
Un altro possibile rischio che potrebbe disincentivare l’utilizzo di piattaforme blockchain è il processo delle hard fork. Un famoso esempio è accaduto in Ethereum nell’estate del 2016. Dopo un attacco informatico alla comunità, parte della piattaforma chiese agli sviluppatori di revocare i blocchi hackerati e ripristinare pertanto la distribuzione di risorse economiche precedenti; siccome un 15% circa degli utenti rifiutò questa soluzione, Ethereum stessa fu scissa in due “mondi” incompatibili: una blockchain, Ethereum Classic, in cui i blocchi includono l’attacco informatico e le sue conseguente, e una blockchain, Ethereum, in cui tali blocchi sono stati rimossi. Entrambe sono tutt’ora in funzione. Più in generale, quando coalizioni di utenti dominano una blockchain, seguendo ancora gli insegnamenti di Olson sulla logica dell’azione collettiva, una hard fork può definire delle regole in favore della maggioranza e condizionate dalla maggioranza stessa, e che dunque sono inefficienti, inaffidabili e imprevedibili.
Questo breve articolo ha illustrato che per le applicazioni nell’ambito politico e democratico, la tecnologia BC è uno strumento con capacità rivoluzionarie. Accanto a indubbi vantaggi, questa tecnologia solleva però problemi sia teorici (il rapporto tra individuo e autorità centrale) sia pratici (la centralizzazione del potere di validazione della blockchain).
Approfondimenti:
E. Martinelli, Blockchain in politica, Switzerland Institute in Venice, 2019.
S. Nakamoto, Bitcoin: A Peer-to-Peer Electronic Cash System, Bitcoin Foundation, 2008.
M. Olson, The Logic of Collective Action, Harvard University Press, 1965.
M. Vatiero, Smart Contracts and Transaction Costs, Oxford Business Law Blog (link: https://www.law.ox.ac.uk/business-law-blog/blog/2018/10/smart-contracts-and-transaction-costs), 2018.