“Io, ma non più io”

Flavio Felice

“Il Foglio”, 14 dicembre 2023

Con questo libro, Asolan presenta una delle figure più interessanti e significative del panorama ecclesiale, politico e culturale del nostro paese, fotografato nella temperie dei primi anni del XX secolo. Pier Giorgio Frassati nasce a Torino il 6 aprile del 1901 da Alfredo, giornalista e fondatore de «La Stampa», e Adelaide Ametis, pittrice, e muore, a soli 24 anni, il 4 luglio del 1925. La sua vita è stata quella di un giovane
cresciuto in una famiglia borghese. Il suo impegno nell’Azione Cattolica, fino all’iscrizione nel 1920 al Partito Popolare di Luigi Sturzo, ci offre un profilo della persona, la cui comprensione, scrive Asolan, richiede l’abbandono di una certa retorica romantica da libro Cuore. D’altro canto, non è neppure sufficiente ricorrere alla pur necessaria ermeneutica storico-critica, ipotizzando scenari politici, ecclesiali, economici, costringendo l’istanza religiosa e l’esistenza di una persona dentro gli
schemi di matrice freudiana, marxista ovvero nietzschiana. Asolan pone sul tavolo un secondo approccio ermeneutico: quello teologico, un’ermeneutica della fede tanto necessaria quanto quella storico-critica: l’ipotesi di Dio e della santità.
L’impegno politico di Frassati si svolge nella Torino a cavallo tra gli anni ’10 e gli anni ’20 e sfocerà nell’adesione al Partito Popolare, fondato nel gennaio del 1919 da Sturzo. È una Torino che sperimenta un grande fermento politico-culturale, animato da figure come Antonio Gramsci e Piero Gobetti, ma Frassati risponde a quel fermento che esprimeva una profonda sete di giustizia, abbracciando la causa del popolarismo. Frassati comprende che, nel popolarismo, le istanze di giustizia e di libertà da un lato evidenziano la dimensione conflittuale del vivere civile: la diarchia,
dall’altro richiedono un impegno affinché il conflitto sia indirizzato verso soluzioni di tipo istituzionale che possano trascendere le legittime istanze particolari. Di qui si comprende anche il riferimento al popolo: una categoria plurale, articolata e irriducibile ad una classe o ad un ceto e il suo stretto rapporto con la democrazia e con la libertà. Così come il popolo è definibile solo a partire dal suo pluralismo (plurarchia) e la democrazia è inscindibile dalla libertà, la soluzione istituzionale al
conflitto sociale vede il realizzarsi di un doppio movimento: immanente e
trascendente. Il primo riguarda le passioni e gli interessi che affliggono la vita quotidiana di ciascuna persona, il secondo intercetta la ragione che trascende le intenzioni e le passioni immediate. Il fine trascendente è la ragione ultima che ci spinge a vivere e ad andare avanti quando tutti gli indicatori umani ci consigliano di tornare indietro. Frassati ha testimoniato con la sua breve vita la profondità del vivere la politica come «via istituzionale della carità».

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