In Italia e in Europa occorre investire sulla qualità delle istituzioni

Milano-Roma, 5 agosto 2016

Il Tocqueville-Acton ritiene significativo il richiamo, contenuto nel Bollettino Economico della Banca Centrale Europea n. 5/2016, alle teorie dell’istituzionalismo economico di North, Acemoglu, Robinson ed altri. L’interesse per questo filone di studi, giudicato erroneamente e per troppo tempo estraneo alla letteratura economica main stream (merito di Acemoglu e Robinson e del loro “classico” Why Nations Fail?), rappresenta un importante salto di qualità nel dibattito sulle riforme utili al rilancio delle economie dei Paesi dell’eurozona. Guardando all’Italia, in linea con la posizione da sempre espressa dal Tocqueville-Acton, questo richiamo contribuisce a fare chiarezza sulla necessità non di riforme ad ogni costo, bensì di riforme tese a dare qualità al nostro sistema istituzionale.

Come evidenziato da Gaetano Vecchione, economista dell’Università del Sannio e Senior Fellow del Tocqueville-Acton,

la qualità delle istituzioni impatta sulla struttura degli incentivi degli agenti economici e, nel medio-lungo periodo, sui processi di crescita e sviluppo dei Paesi. L’IQI – Institutional Quality Index – frutto di una ricerca condotta con la collega Annamaria Nifo – è uno strumento per misurare la qualità delle nostre istituzioni nel periodo compreso tra il 2004 e il 2012. Grazie a tale indice, è stato riscontrato empiricamente come una miglior qualità delle istituzioni impatti su a) produttività delle imprese b) multiaffidamento bancario delle imprese c) la scelta migratoria dei laureati e dei dottori di ricerca d) le decisioni delle carriere degli studenti universitari (scelta della facoltà).

Il Tocqueville-Acton intende dunque ribadire l’urgenza di agire sul fronte della qualità delle Istituzioni. Come evidenziato da Maurizio Serio, Research & Education Director del Tocqueville-Acton,

a tal fine, una delle parole d’ordine è appunto “inclusione”, con ciò considerando tutto quel movimento di idee e di proposte di policy atte a riconsiderare la categoria della cittadinanza sociale in un senso completamente nuovo rispetto al significato che questa espressione ha rivestito nella lunga stagione dello Stato assistenziale welfarista, ormai alle nostre spalle. Cittadinanza sociale significa partecipazione alla vita delle istituzioni ovvero la permeabilità di queste ultime rispetto alle sollecitazioni e ai bisogni emergenti del basso, mentre allo stesso tempo se ne cementa l’impermeabilità rispetto alle pratiche corruttive e concussorie ancora così diffuse nel nostro Paese. Del resto, è anche questo l’auspicio che emerge dal magistero di papa Francesco qualora si consideri la nozione di popolo, al centro del suo insegnamento sociale, non come contrapposta o alternativa alle istituzioni, ma come loro propellente naturale e indispensabile. Tutto il contrario del recente trend riformista del nostro Paese che mira a blindare le istituzioni entro un pericoloso monismo governativo, in cui il leader e il partito di maggioranza relativa atrofizzano le istanze rappresentative e le possibilità di risposta delle istituzioni attraverso dei dispositivi paraplebiscitari di compressione della volontà popolare.

Ulteriori informazioni ed approfondimenti sono disponibili su www.tocqueville-acton.org.

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Contatti
Fabio G. Angelini
Managing Director Tocqueville-Acton
+39 348 0349131
angelini@tocqueville-acton.org

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